① Balzac: «Questo non è un libro di cani e gatti che parlano, non farti ingannare. È una piccola “comédie humaine”. Io e Borges siamo dentro e fuori dal libro. Come spesso accade, della storia siamo i meno ridicoli».
② Leonardo: «Scrivo parole di altri. Penso sia una buona sintesi. Io e Anna abitiamo a Milano, viviamo con i nostri libri e i suoi tre figli. Borges, il mio cane, e Balzac, il nostro gatto, ci osservano, giudicano. Possono leggere, parlare. Non hanno limiti, neppure pudore».
③ Anna: «“Cosa intendi per cangatto?”. Risposi così: per prendere tempo, lo ammetto. Ma il cangatto c’era, dovevo solo trovarlo. Qual era il suo significato? Quale cultura, scrittrice, artista, lo aveva visto, creato?».
· Il Cangatto è un racconto, un romanzo “diverso ma familiare”, perché diversi sono i suoi protagonisti, le sue principali voci narranti: il sarcastico gatto francese, Balzac, e l’ironico Borges, il cane argentino.
· Leonardo vive con Anna e i suoi figli: Omar, Adriano e Maria. Ha una madre, un’attrice: La Pizia. Scrive per lei; il Cangatto si apre con un monologo satirico sulla vecchiaia e termina con… Non diciamo tutto.
· Anna e Leonardo vivono tra i libri e le citazioni: “le parole degli altri”. Il gatto e il cane ascoltano Paolo Conte, Leonardo, le letture di Anna. Balzac e Borges dunque “hanno letto”; possono pensare, raccontare.
· Il sogno di Omar e la sua domanda: «Esiste il cangatto?». Inizia così la ricerca di Anna, la sua storia con Leonardo e la nostra lettura.
★ Il testo è accompagnato da diciannove meravigliose incisioni giapponesi che lo arricchiscono e integrano.
★
© Héraldique 2024. Tous droits réservés.